crisi umanitaria

56 organizzazioni lanciano l’allarme: a rischio i salvataggi a causa degli ostacoli alle navi di soccorso negli Stati UE

Se l'ostruzione dell'assistenza umanitaria in mare continua, potremmo assistere entro la fine dell'anno ad una drastica riduzione o addirittura all'assenza di navi di soccorso civile in mare.

Una bandiera dell’Onu per le navi umanitarie

L'appello e le ragioni di una Campagna a cui ASGI ha aderito.

ASGI : è un dovere giuridico soccorrere chiunque sia in pericolo in mare, anche se fuori dalla nostra area di intervento

La Convenzione di Amburgo obbliga ad agire ogni Stato interessato da una chiamata di soccorso e a coordinare anche unità navali non nazionali che si trovano nell'area senonché ad occuparsi anche dello sbarco delle persone salvate.

Naufragio di Cutro, ASGI: ritardi nell’attivazione dell’accoglienza per i superstiti

ASGI continua a esprimere forte preoccupazione per quanto succede a Crotone, sia in riferimento ai superstiti al naufragio di Cutro del 26 febbraio, sia in riferimento ai familiari delle vittime e dei dispersi. Oggi l'associazione parteciperà alla manifestazione prevista a Cutro.

Naufragio Cutro: Associazioni depositano esposto collettivo in Procura

Oltre 40 associazioni della società civile italiana ed europea hanno presentato un esposto collettivo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone per chiedere di fare luce sul naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro, costato la vita ad almeno 72 persone, tra cui molti bambini. 

Fermare l’ipocrisia, aprire i confini

L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione esprime profondo dolore per l’ennesima strage di donne, uomini e bambini avvenuta nei pressi delle coste italiane, questa volta al largo della Calabria, e vicinanza alle persone sopravvissute.

Appello della società civile al Governo: 8 mila firme contro i respingimenti collettivi

Firma l'appello per far ritirare i decreti illegittimi che prevedono la selezione dei naufraghi.

Fateli scendere tutti!

Arbitraria ed approssimativa la distinzione dei naufraghi proposta dal Governo italiano. Impossibile escludere la situazione emergenziale delle decine se non centinaia di persone a bordo la cui condizione va valutata singolarmente.

L’azione di soccorso si conclude con lo sbarco in porto sicuro

ASGI: la Direttiva del Ministro Piantedosi si basa su errati presupposti normativi e concettuali. Distinguere il dovere di salvataggio in mare dall’obbligo di garantire ai naufraghi lo sbarco in un porto sicuro è tesi priva di fondamento giuridico. L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione ritiene opportuno sottolineare l’erroneità, in punto di diritto, delle affermazioni del Ministro dell’Interno del Governo italiano, Matteo Piantedosi, in relazione alle attività di Search & Rescue (SAR) ad opera di organizzazioni umanitarie.  Il neo Ministro dell’Interno che, ricordiamo, è fra gli autori del decreto “sicurezza-bis” nel 2019, torna a descrivere le attività di salvataggio delle ONG in mare attraverso la lente del contrasto alla migrazione irregolare, violando dal nostro punto di vista quanto prescritto dal diritto internazionale del mare e sui diritti umani in tema di soccorso marittimo. In primo luogo il Ministro stigmatizza le operazioni di soccorso compiute da soggetti privati in modo “autonomo”, senza il coordinamento di alcuna autorità. Questa circostanza evidentemente non è determinata dalle azioni delle ONG, ma deriva dal comportamento omissivo degli Stati costieri, prima di tutto Italia e Malta, che da anni rifiutano di coordinare le attività di soccorso, delegando gli interventi alla Libia o alla Tunisia e spesso ostacolando l’intervento di attori privati come navi mercantili e ONG. Inoltre il Ministro distingue in modo artificiale e illegittimo le operazioni di primo soccorso in mare dalla fase dello sbarco in un “luogo sicuro” (POS, place of safety). Egli considera l’ingresso ...

Caso Open Arms, rinviato a giudizio ex ministro dell’Interno. ASGI è parte civile

Rinvio a giudizio dell’ex Ministro dell’Interno. ASGI: I diritti inviolabili di ogni persona, italiana o straniera, devono essere tutelati. In uno Stato di diritto costituzionale qualsiasi scelta politica ha sempre come limite il rispetto della Costituzione e delle leggi. L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, costituitasi parte civile nel processo innanzi al Tribunale di Palermo che ha visto decretato il rinvio a giudizio dell’ex Ministro dell’Interno, Sen. Matteo Salvini, ritiene necessario cogliere l’occasione di questo importante passaggio giudiziario (indubbiamente senza precedenti nella storia repubblicana, considerati anche i reati contestati ed il ruolo del presunto autore degli stessi) per ribadire la necessità di un’inversione di tendenza rispetto alle politiche sull’immigrazione e l’asilo da parte delle istituzioni italiane ed europee.  La gravissima vicenda che coinvolge un ex Ministro dell’Interno ed attuale Senatore non può essere relegata a mero fatto criminale e dovrebbe, invece, far riflettere ben oltre le potenziali responsabilità penali del singolo (le quali sono, appunto, al vaglio della competente Autorità giudiziaria), provando ad aprire un dibattito pubblico e parlamentare serio sulle fallimentari politiche migratorie italiane ed europee degli ultimi decenni, politiche che si sono concretizzate in leggi e prassi amministrative in palese violazione non solo dei valori della nostra Costituzione, ma anche con i principi fondanti la civiltà giuridica europea. Nessuna norma legislativa consentiva e consente al Ministro dell’Interno di impedire con la forza e senza l’intervento di un giudice la piena disponibilità del corpo di una persona, italiana o straniera che sia. ...

Tavolo Asilo: UE intervenga subito con un piano urgente di ricollocamento dei profughi che giungono in Grecia e Bulgaria

La politica di esternalizzazione delle frontiere lede i diritti fondamentali, produce morte e violenza L’Ue intervenga subito con un piano urgente di ricollocamento dei profughi che giungono in Grecia e Bulgaria

Azione legale contro l’Italia per il ruolo nei respingimenti “privatizzati” verso la Libia e negli abusi sui migranti

Presentata una denuncia contro lo Stato italiano al Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite .

La Francia rinuncia alla consegna delle motovedette alla Libia

Le Associazioni che avevano ricorso in Tribunale contro la consegna:”Una vittoria che deve rappresentare una svolta nella cooperazione sulla politica migratoria! “ Nell’ambito del ricorso presentato dalle nostre associazioni davanti alla Corte amministrativa d’appello di Parigi, la ministra delle forze armate della Francia ha annunciato la rinuncia alla consegna di sei imbarcazioni a beneficio della guardia costiera libica. Accogliamo con favore l’abbandono di questa iniziativa, che avrebbe reso la Francia complice ufficiale dei crimini commessi su migranti e rifugiati in Libia. Nell’aprile 2019 abbiamo avviato un’azione legale per impedire la consegna di sei imbarcazioni alla guardia costiera libica che era stata annunciata dal Ministro delle forze armate Florence Parly nel febbraio 2019. In generale, è da diversi anni che denunciamo le conseguenze che la cooperazione dei paesi dell’Unione Europea con la Libia comporta per i migranti e i rifugiati, intrappolati in un vero e proprio inferno. Sono state proprio queste pressioni legali e pubbliche che hanno fatto cedere il governo francese: esso infatti non darà seguito alla promessa di cooperazione che avrebbe fornito alla guardia costiera i mezzi logistici per riportare i migranti in quel paese dove vengono sottoposti ai peggiori abusi.  Questa rinuncia è soprattutto una vittoria per gli uomini, le donne ed i bambini che queste imbarcazioni avrebbero riportato in un paese dove avrebbero corso il rischio di essere nuovamente detenuti, torturati, violentati. Ora, dopo l’abbandono di questo progetto, dobbiamo esigere che la Francia imponga condizioni rigorose a tutta la ...

A Roma un convegno sulle politiche di esternalizzazione UE ed il ruolo di OIM

Si terrà il 5 dicembre 2019 a Roma il convegno " Externalisation of borders and the role of IOM".

Memorandum Italia-Libia, lettera aperta del Tavolo Asilo alle istituzioni italiane: non rinnovatelo

Il 2 novembre, se il governo italiano non interverrà per annullarlo, verrà automaticamente rinnovato il Memorandum con la Libia, cioè quegli accordi, lautamente finanziati, che prevedono anche l’intervento della guardia costiera libica per fermare e riportare sulla terraferma i migranti imbarcati che tentano di raggiungere le nostre coste.

La morte di 39 persone in Gran Bretagna non è una fatalità

La morte dei 39 migranti trovati rinchiusi dentro un camion in Gran Bretagna non è una tragica fatalità ma una tragedia che è parte di un'unica immensa strage che si sta consumando negli ultimi anni in tutto il continente e alle sue frontiere e che chiama in causa le responsabilità dirette delle politiche di chiusura attuate dagli stati dell'Unione Europea e dalle stesse istituzioni dell'Unione.

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